Gustavo Boldrini
CASE BIANCHE

Olio su tela - 50x70 cm

Si forma presso l’Istituto d`Arte e l’Accademia di Belle Arti di Venezia: fra i suoi maestri ed estimatori Guidi e Saetti che lo introdurranno nel contesto esclusivo di Palazzo Carminati, luogo di vita e di studio per i giovani talenti. Dal 1947 inizia a viaggiare in Europa alla ricerca di un confronto con i grandi maestri: in Germania, dove entra a contatto con la pittura del “Bauhaus” e della “Brucke” e scopre una parVcolare affinità con l’opera di Oskar Kokoschka. In Olanda, nel 1953, dove assimila suggestioni dalla pittura di Van Gogh, destinato a lasciare un segno permanente in tutta la sua produzione. E in Francia, nel 1955, dove espone fra l’altro al IV Salon de Jeune Peinture alla Galleria d`Arte Moderna, scopre i colori dei fauves, Utrillo e Rouault. Partecipa a premi ed esposizioni all’estero e dal 1951 espone presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, con cui continuerà a mantenere i contatti nel corso degli anni. Nel 1954 espone a San Vidal, sempre a Venezia. Nel 1955 è presente alla VII Quadriennale di Roma. L’anno successivo è invitato alla XXVIII Biennale di Venezia, dove si consacra come uno dei più interessanti giovani artisti italiani. Si trasferisce nel 1959 a Milano, dove il contatto con la luce e i volumi del paesaggio metropolitano conferiscono nuova sintesi spaziale alla sua pittura. Quest`ultima, dopo un avvio sperimentale di matrice astraYsta, si evolve espressionisticamente fino a subire suggestioni fauviste per approdare poi ad una semplificazione formale ai limiti del figurativismo, ad una neo figurazione che prende le distanze da qualsivoglia scuola o corrente per dare vita a un linguaggio unitario e personalissimo. La sintetizzazione dei soggetti in campiture cromatiche modulari vede negli anni ’70 l`introduzione nelle sue composizioni di un ulteriore elemento, lo “specchio magico”: struttura narrativa in cui inserisce oggetti d`uso comune, figure e schematici paesaggi, talora arricchiti da inseriti a collage.

courtesy collezione privata